SECONDA SERATA: UN CRESCENTE SENSO DI DESOLAZIONE di Beppe Rondinelli

Scritto da il 4 Marzo, 2021

Non è certo un Festival dai grandi numeri, questo. Non lo è per i dati d’ascolto innanzitutto, dato che ieri c’è stato un ulteriore calo che, nell’ingeneroso confronto con l’edizione passata, lo vede addirittura in difetto di undici punti. Non lo è nemmeno dal punto di vista dell’evento che, per quanto ci si sforzi di farlo sembrare il meno possibile, tranne che per la presenza di Ibrahimovic non riesce a destare quell’effetto “wow!” di cui tutti ormai si riempiono la bocca. Ma forse più di tutto non lo è per l’intero contesto che lo circonda, cosa che conferma ancora una volta il fatto che il Festival Della Canzone Italiana, si nutra e viva soprattutto di ciò che gli ruota attorno, anche più di quello che vediamo nelle dirette televisive. Sia messo agli atti dunque (se ce ne fosse il bisogno) che non sia secondaria l’assenza della gran parte di radio e tv, siti web e testate locali che solitamente fanno da miglior addetto alle Pubbliche Relazioni della kermesse, con ore e ore di dirette dalla riviera e una copertura pressoché totale dell’evento. Praticamente per le vie quest’anno semi-deserte di Sanremo si respira un’aria talmente desolata e dimessa, da far sentire persino in colpa chi si aggiri nei dintorni alla ricerca di rare note di colore o di retroscena da cavare dal fondo del barile, tanto da doversi inventare peli nell’uovo a volte forzati sulla manifestazione. Tutto ciò, unito al fatto che nonostante la sontuosa scenografia costruita all’Ariston, e gli orrendi palloncini messi sulle poltrone, il grande assente sia davvero il pubblico in sala. Abbiamo scritto per anni la nostra critica per la presenza in tutta la platea di raccomandati comunali, regionali e nazionali e delle loro pellicce fuori dal tempo, delle toilette da gran sera di vecchie parruccone inquadrate spesso in primo piano dai registi buontemponi, ma in fondo ci mancano.

In merito alla seconda serata va ancora sottolineato il grande sforzo del patron-conduttore AMADEUS, affiancato da un volenterosissimo FIORELLO, ieri impegnato nell’antica arte dell’animatore da villaggio turistico che “anche quando c’è pochissima gente, deve trovare il modo di farla divertire”. E infatti sono stati più d’uno i momenti in cui il nostro si arrabattava con l’ultimo degli orchestrali per strappare qualche sorriso. E tutto il resto, ahimè dava spesso l’impressione amara delle vecchie compagnie d’avanspettacolo impegnate a fare andare avanti lo spettacolo anche solo per i pochi spettatori paganti.

I bei momenti di ieri sono stati regalati senz’altro dalla prescelta co-conduttrice ELODIE che tra canti, balli alla Jennifer Lopez/Beyoncé/Shakira ha saputo (a tarda ora) anche regalare emozioni con un sincero monologo improvvisato sulle sue origini e sulla condizione umana della “gente nata ai boridi di periferia”.

Fuori dal contesto invece l’intervento del campione ALEX SCHWAZER e la sua storia, più adatta ad un talk-show televisivo, ma si sa che la “quota-sociale” al Festival non debba mai mancare, giusto per spezzare la festa con un minimo di riflessione.

Efficaci le prestazioni dei superospiti LAURA PAUSINI, commossa per il fresco Golden Globe e IL VOLO che hanno ben saputo interpretare la musica di ENNIO MORRICONE e persino quella di GIGI D’ALESSIO alle prese con una nuova strada da seguire per il futuro del suo onesto mestiere.

Discutibili invece le comparsate dei sempreverdi MARCELLA/LEALI/CINQUETTI che non fossero sempre presenti in svariate altre occasioni televisive, avrebbero potuto aggiungere un valore alla loro esibizione, ma che alla fine hanno avuto l’effetto di una qualunque SERATA BELLA di Rete 4.

Le gare:

Tra i giovani i miei preferiti erano il promosso DAVIDE SHORTY (a cui auguro la definitiva consacrazione con la vittoria) e l’esclusa GRETA ZUCCOLI.

Tra i Campioni invece una nota di merito voglio assegnarla con fiducia a FULMINACCI, convincente nelle vesti di novello cantastorie e al già celebratissimo ERMAL META, che riesce a trasformare in “magia” un po’ tutto ciò che scrive.

Meritevoli, ma sempre impegnati nella cura del proprio orticello MALIKA AYANE, sempre brava ed eterea per carità, LO STATO SOCIALE ingabbiati nel cliché della goliardia, GAIA nonostante le suggestioni della sua danza, il ritrovato BUGO, anche se è meglio non parlargli di “intonazione” e il “differito” IRAMA con il suo nuovo tormentone, stavolta invernale. Tutti con brani ottimamente costruiti ma che non sgarrano una virgola dal solito registro intrapreso.

Deludenti soprattutto i più giovani come RANDOM, che ha saputo rendere nobile la vecchia figura dello “scappato di casa”, WILLIE PEYOTE che nonostante l’aurea da nuovo cantautore appioppatogli da certa critica musicale non ha certo brillato per originalità, i LA RAPPRESENTANTE DI LISTA, altri incensati dalle penne illustri ma che al dunque mi sono sembrati ancora “immaturi” per calcare cotanto palcoscenico e GIO EVAN impegnato a tenere a bada il suo sterminato “ego” con un pezzo talmente carico da far invidia alle rappresentazioni del Coro dell’Armata Rossa.

Apprezzabili e strabiliante invece la performance dei pirotecnici EXTRALISCIO con DAVIDE TOFFOLI e assolutamente fuori da ogni tempo, era e valutazione la sempre grande ORIETTA BERTI, che forse più che un’ulteriore partecipazione in gara con un brano peraltro molto “adult”, avrebbe meritato un premio alla Carriera all’Ariston.

 


Traccia corrente

Titolo

Artista